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O bella Versilia, storia di un inno

Alla Versilia, quella del Fiume come ben dichiarano i versi, è stato dedicato un inno composto negli anni Trenta.
Destinatarie per l'esecuzione le scolaresche, chiamate spesso ad esibirsi in occasione di cerimonie ed eventi.
Le parole furono scritte dal Maestro Carlo Baldi e la musica fu composta dal Cavaliere Giovan Battista Fratino.
Provengono dall'archivio del compianto Maestro Mauro Giannotti, Direttore della Corale Versiliese, i documenti, alcuni dei quali allegati in fotografia, che hanno reso possibile la stesura di questo articolo.
Alla prof.ssa Silvia Bennati, dottoressa in Lettere e in Arti letterarie e musicali dal medioevo all'età contemporanea, il merito dell'analisi musicologica.
I versi del Maestro Baldi danno risalto agli storico-geografici della Versilia, esaltandone contemporaneamente la principale risorsa, il marmo, nonché l'alacre laboriosità e la spiccata creatività della popolazione. Sono specificatamente chiamati in causa, fra i grandi che vi ebbero i natali e vi operarono, Carducci, Michelangelo, gli Stagi e i Benti.
Il linguaggio rispecchia le caratteristiche dell'epoca: nessuna concessione al dialetto, ritenuto, al pari delle lingue delle minoranze e degli esotismi, fonte di disgregazione del senso di appartenenza alla nazione. Conseguentemente al registro celebrativo corrisponde un lessico aulico con rimandi a figure forti: i prischi Apuani, i Titani e il Sire di Roma.
Il testo poetico si presenta dunque come un omaggio, reso attraverso un inno maestoso, che la collettività rivolge alle bellezze della terra natia. Il compositore sceglie il genere della marcia, allegra ma allo stesso tempo solenne, per accompagnare il testo poetico, creando un discorso musicale semplice che armoniosamente mette in risalto le parole senza mai prevalere.
Probabilmente la scelta della marcia non è secondaria ma rientra perfettamente nell'ideologia fascista nella quale si inquadra il componimento; le marce nascono infatti con la funzione di accompagnare e scandire il passo attraverso un ritmo rigido e generalmente invariato: quasi un tacito invito alla collettività che deve unirsi nel rendere omaggio alla propria “piccola patria” marciando gioiosamente.
La linea del canto si presenta perciò ben scandita anche se molto semplice, con un discorso melodico che reca i tratti della spensieratezza e della gioia pur sempre in una dimensione di austerità e di una melodia controllata che non ha il fine di mettere in mostra se stessa ma solo di accompagnare il testo.

O bella Versilia che il capo hai recinto
da Pania e da Altissimo, da Corchia e Procinto;
regione incantevole che molle riposi
su colli ubertosi
specchiandoti in mar

A te Versilia il cantico
salga di noi scolari;
a te, cuna invidiabile
nostra e dei nostri cari,
dalle montagne ripide all'incantevol mar

O forte Versilia dei prischi Apuani,
i tuoi monti squarciano novelli Titani
e dall'ime viscere ritraggon gli ascosi
bei marmi preziosi che brillano al sol.

A te Versilia il cantico......
O ricca Versilia di marmi lucenti
i tuoi templi ornarono gli Stagi ed i Benti;
qui oprò Michelangelo pel Sire di Roma,
qui il dolce idioma Carducci imparò.

A te Versilia il cantico.....
Soave Versilia nel monte e nel piano:
qui è forza di braccia, là industria di mano;
la greggia materia al monte rapita
ha palpiti, ha vita
su piazze e su altar.

A te Versilia il cantico......

GLI AUTORI
Il Maestro Carlo Baldi, autore dei versi, nato a Capezzano Monte il 3 febbraio 1895, svolse sempre la sua attività di maestro elementare nel paese natale, dove morì il 25 luglio 1983. Il figlio, prof. Marcello Baldi, fu direttore del Circolo Didattico di Camaiore.
Il Cavalier Giovan Battista Fratino, autore della musica, nacque a Cassinelle ( Alessandria) il 16 ottobre 1883. Il padre era fattore dei Conti Bonaventura di Genova (che avevano proprietà terriere in Versilia, specialmente nello strettoiese ). Per motivazioni inerenti la sua professione, si stabilì con la moglie e i cinque figli ( tre femmine e due maschi ) a Seravezza, nel Palazzo Santini. Nelle intenzioni paterne Giovan Battista era destinato al sacerdozio, inviato al Seminario vi compì gli studi liceali e ricevette le prime elementari nozioni di musica. Compiuti gli studi, fuggì dal Seminario rifugiandosi presso sua sorella. Tornato poi a Seravezza, svolse attività di Agente di Commercio ed operò nel settore delle Assicurazioni. A Seravezza sposò Elena Pilli e ne ebbe una bambina, morta in tenera età, ed i figli Pietro e Renzo. Partecipò alla prima guerra mondiale con il grado di Sergente addetto al servizio postale reggimentale nelle trincee.
Nel primo dopoguerra fu, in Versilia, uno dei promotori del Partito Popolare insieme all'avvocato Armando Angelini ed al Sacerdote don Agostino Bramanti. Ebbe amico Giovanni Gronchi.
Fu Sindaco di Seravezza; un sindaco aperto, gioviale, generoso, sensibile ai problemi anche individuali della gente. In questo periodo, con l'aiuto dell'on. Angelini, ottenne dal governo l'istituzione della Tassa-Marmo per i tre comuni marmiferi della Versilia.
Venne insignito della Croce di Cavaliere e a Seravezza era stimato il ”Cavaliere” per antonomasia.
Con l'avvento del fascismo si ritirò dalla vita pubblica, rifiutandosi di iscriversi al Fascio fino al 1935, quando fu obbligato a farlo per poter conservare il posto di Ispettore Generale delle Assicurazioni per la zona di Livorno.
La sua passione vera era sempre stata, e continuava ad essere, la musica. Non avendo compiuto studi all'infuori delle nozioni ricevute in seminario, fu un vero e proprio autodidatta. A Seravezza fu organista e maestro della banda che, sotto la sua guida, ottenne molti riconoscimenti ed ottimi piazzamenti nei concorsi regionali.
Negli anni Trenta musicò diverse canzoni popolari fra le quali l' “Inno alla Versilia”, l'oggetto di questo articolo, canzoni per il carnevale di Seravezza e la canzone “Seravezza no, non muore “ per le competizioni campanilistiche con Querceta.
Nel 1935 partecipò al concorso per l'inno ufficiale della divisione “Tevere” in partenza per l'Africa Orientale; la sua composizione si classificò al primo posto tra centinaia di concorrenti a giudizio di una giuria presieduta da Pietro Mascagni. Le parole erano dell'avvocato Nello Pilli, al tempo residente nella Villa Henraux di sua proprietà.
Sempre negli anni Trenta il Cavalier Fratino si dedicò all'educazione musicale degli alunni delle scuole elementari del Circolo di Seravezza-Stazzema; in collaborazione con il sacerdote don Carlo Salvatori allestì spettacoli scolastici di fiabe musicali che ebbero grande successo.
Quando la guerra si stabilizzò sulla linea gotica, sfollò a Pieve di Compito, dove riprese a dedicarsi all'istruzione dei bambini. A Pieve morì l'8 ottobre 1951, fra il compianto di quella popolazione che aveva imparato ad amarlo per le sue grandi doti umane.
L'analisi dell'inno ha introdotto gli autori ed il discorso si è dilungato su di essi, in particolare sul Cavalier Fratino, sul clima storico in cui operarono e composero, rispondendo con generosità e passione ad aspettative collettivamente condivise.
Tornando al componimento è il caso di sottolineare come risponda puntualmente alle caratteristiche originarie:l'inno, forma poetica della melica greca, associato al canto ed alla danza, invocava e pregava la divinità celebrando le virtù' e le imprese degli dei, era accompagnato con la cetra e il ritornello, efimnio, permetteva che al canto prendessero parte in coro anche gli ascoltatori. Sostituita la cetra con il pianoforte, tutto corrisponde: la divinità è la Versilia, personificata nel capo cinto dalla corona delle Apuane, dei ed eroi sono Michelangelo, Carducci e i cavatori, i sei versi del ritornello fungono da formidabile calamita per il coinvolgimento del pubblico. Forse a qualcuno verrà voglia di tornare a cantarlo.
Anna Guidi
Scarica le parole e la partitura dell'inno "O bella Versilia" in formato PDF

Commenti

01-01-2017 - 09:46:00
Luigi Santini

Grazie infinite, Anna! Il testo è prezioso e carico di informazioni sul personaggio, i suoi collegati e l'ambiente in cui si sono svolti i fatti.
Personalmente era così che sognavo il «Balestrino»!
Ora ne dobbiamo diffondere la notizia attraverso i nostri mezzi.
Grazie ancora e buon anno!
tuo amico Luigi

01-01-2017 - 19:51:00
Melania Spampinato

Brava Anna! Grazie per l'impegno che stai dedicando allo sviluppo del Balestrino.

23-02-2017 - 20:02:46
Gian Luca Giannotti

Dall'archivio di m io padre un documento utile per la storia di Seravezza. Sarebbe orgoglioso della pubblicazione: teneva molto alla musica , alle tradizioni, alla storia della sua terra.

08-10-2017 - 06:10:17
Carlo Gennari

Un brivido lungo la schiena. Grazie Anna

26-04-2020 - 15:04:23
Gianna Maria Giannotti

Sono la figlia del maestro Mauro Giannotti, l’articolo è molto gradito ed anche io voglio esprimere un ricordo: ho fatto parte come contralto della Corale Versiliese quando è stata rifondata, all’inizio degli anni ‘80, ed anche io come mio padre amavo ed amo la musica!

26-04-2020 - 15:04:30
Gianna Maria Giannotti

Mi ricordo che anche io facevo parte della corale versiliese quando fu di nuovo fondata, ero un contralto ed anche io come mio padre Mauro amavo ed amo molto la musica!

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