Cinquecento anni fa la Versilia legò il suo destino a Firenze. Fu Papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico, a fare di questa terra un possedimento mediceo, a gettare il seme di uno sviluppo che, muovendo da Michelangelo Buonarroti e dai magnifici marmi versiliesi, approda alle eccellenze turistiche e culturali dei giorni nostri. Cinquecento anni dopo la Versilia riscopre e celebra la sua storia.
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Consegna della medaglia celebrativa per i 500 anni del Lodo di Papa Leone X
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La riproduzione in gesso della medaglia celebrativa per i 500 anni del Lodo di Papa Leone X (©Emma Leonardi)
Pier Giorgio Mei, presidente del Gruppo Filatelico Numismatico Versiliese (©Emma Leonardi)
Riccardo Tarabella introduce la cerimonia nella sala consiliare del Municipio di Pietrasanta (©Emma Leonardi)
L'intervento del sindaco di Pietrasanta Domenico Lombardi in rappresentanza anche dei colleghi sindaci di Forte dei Marmi, Seravezza e Stazzema (©Emma Leonardi)
L'intervento del direttore dell'Istituto Storico Lucchese, sezione Versilia Storica, Luigi Santini (©Emma Leonardi)
Il pubblico in sala (©Emma Leonardi)
L'intervento di Eugenio Giani, presidente del consiglio comunale di Firenze (©Emma Leonardi)
L'intervento di Ilaria Maria Vietina, vicesindaco di Lucca (©Emma Leonardi)
La consegna delle medaglie celebrative alle autorità da parte del presidente del Comitato per i 500 anni del Lodo di Papa Leone X (©Emma Leonardi)
Da sinistra: il primo cittadino di Pietrasanta Domenico Lombardi, Riccardo Tarabella, il vicesindaco di Stazzema Maurizio Verona (©Emma Leonardi)
Da sinistra: Riccardo Tarabella, il sindaco di Forte dei Marmi Umberto Buratti e il presidente del consiglio comunale di Firenze Eugenio Giani (©Emma Leonardi)
Da sinistra: Maurizio Verona, Riccardo Tarabella, il sindaco di Seravezza Ettore Neri, Umberto Buratti (©Emma Leonardi)
Il vicesindaco di Stazzema Maurizio Verona riceve la medaglia celebrativa dalle mani di Riccardo Tarabella (©Emma Leonardi)
Foto di gruppo per sindaci, autorità e componenti del comitato delle celebrazioni (©Emma Leonardi)
