Leggende delle Alpi Apuane

Data: 25-07-2009
Luogo: Argentiera, Parco di Villa Moresco

Relatore: Antonio Bartelletti, Raffaello Puccini

L’idea di produrre un repertorio di canti e racconti popolari – come trama prima di uno spettacolo e poi di un disco – è nata nel 1999 con il fine di contribuire alla promozione turistica e alla valorizzazione culturale del territorio del Parco Regionale delle Alpi Apuane. Il progetto non era di per sé cosa improponibile o irrealizzabile, poiché numerose raccolte di testi e spartiti sono potenzialmente capaci di offrire un vasto campionario di scelta. Meno agevole è stato invece cogliere l’obiettivo di una lettura organica o per lo meno rappresentativa della stessa terra, attraverso più e diversi documenti di narrativa popolare, ricercando tra di essi un armonico rapporto o corrispondenze ricorrenti. Se poi il territorio da narrare è quello di un Parco, le difficoltà possono centuplicarsi. In un simile contesto, le testimonianze della presenza umana possono diradarsi fino a dissolversi, poiché è spesso il "deserto" dei luoghi eminenti e/o marginali a prendere campo, nonostante la forza evocativa dei quadri d’ambiente e di paesaggio. Tuttavia, non è stato questo il caso delle Alpi Apuane, poiché storia e tradizione hanno qui saputo sedimentare, nei secoli, depositi potenti di documenti della comunicazione orale. Se non si ha tempo di scavare in giacimenti tuttora vergini, è sempre possibile rivolgersi ai magazzini della memoria trascritta e lì dilettarsi. L’attenzione si è così principalmente rivolta al fecondo filone delle leggende apuane, perché forse meglio stabiliscono un contatto (e con esiti più diretti) tra cultura e territorio geografico. Nel repertorio di numerosi testi raccolti, è stato facile estrarre quelli che più efficacemente hanno saputo collegarsi a luoghi determinati e rilevanti dell’area Parco. Sono proprio le cime delle Alpi Apuane – tra le più suggestive o caratteristiche – ad emergere nella breve antologia proposta.  Tuttavia, il contorno musicale, che si è alternato alle letture del genere fantastico-leggendario, è andato ben oltre l’area apuana. Non è che qui mancasse materiale idoneo e di buon livello testuale e melodico. È sembrato più corretto inserire i documenti locali in un contesto culturale più ampio, in modo che fosse palese da quale matrice di comune espressione linguistica derivino anche queste produzioni. Ecco perché alle sei leggende apuane scelte si sono alternati i canti di Toscana (ed in certi casi dell’Italia centrale). La successione dei testi ha seguito naturalmente l’ordine cronologico e lo sviluppo dei cicli della vita e delle stagioni. E così alla nascita/natività/epifania/infanzia sono seguiti adolescenza/fertilità/innamoramento, fino all’autunno dell’età e del riposo agro-pastorale. Di conseguenza, le montagne e le corrispondenti leggende selezionate sono risultate, nell’ordine: i bimbi del M. Procinto; l’Omo selvatico del M. Corchia; S. Pellegrino, il Diavolo e il M. Forato; le giunchiglie del M. Croce; il Principe del M. Pisanino; l’Omo morto del M. Pania. A distanza di quasi dieci anni, l’Ente Parco ha pensato di ripresentare, con una veste nuova, i contenuti della prima esperienza del 1999, con i disegni di Raffaello Puccini ed i testi rielaborati da Antonio Bartelletti. Leggere o ascoltare questi documenti di cultura popolare significa – come sostiene l’etnomusicologo Leydi – approfondire la conoscenza anche di tutto quanto gli stessi motivano, manifestano o celano dietro in apparenza; significa pure inseguire un’identificazione culturale, emotiva e perfino sentimentale con il momento di vita e soprattutto con il territorio di cui i testi e le melodie sono funzione espressiva.


 

 

Istituto Storico Lucchese – Sez. “Versilia Storica”
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