Archeologia industriale in Alta Versilia: la miniera del Bottino e gli stabilimenti industriali dell'Argentiera

Data: 13-11-2004
Luogo: Querceta, Sala dei Convegni della “Croce Bianca”

Relatore: Ilaria Garofani

La Versilia lega il suo nome al turismo balneare, alle attività ad esso collegate, alle località alla moda. La maggior parte delle persone ignora le altre bellezze presenti sul territorio che, semi-sconosciute, fanno fatica ad imporsi non solo nei tradizionali itinerari didattico-turistici, ma anche in quei percorsi culturali che vogliono essere alternativi ad essi. Questo è il caso delle miniere situate sulle montagne dell’Alta Versilia: testimonianze di un’economia locale legata non solo al marmo e alle sue cave, esempi celebri - loro sì - di archeologia industriale. L’archeologia industriale studia e analizza i cosiddetti monumenti industriali come vestigia del processo di industrializzazione, studiando e catalogando gli opifici, le infrastrutture, le macchine, il paesaggio limitrofo ed i villaggi degli operai che, quali testimonianza della vicenda produttiva ed economica, meritano la qualifica di vero e proprio "bene culturale": e le vecchie miniere apuo-versiliesi, sfruttate fin da tempi molto antichi e attualmente abbandonate e dismesse, ne costituiscono appunto un chiaro esempio. Nel nostro incontro saranno descritti i principali siti minerari, come le miniere dell’Argentiera di Sant’Anna e della Rocca, di Valdicastello e dell’Angina, di Monte Arsiccio, di Buca della Vena, di Calcaferro e Farnocchia, di Levigliani, in un quadro storico complessivo del territorio in rapporto allo sfruttamento minerario. E in particolare, attraverso una ricostruzione dell’attività estrattiva e delle vicende produttive e un’analisi dei manufatti industriali come espressione archeologico-industriale, storica, sociale, economica della società ivi insediata, sarà analizzata la miniera piombo-argentifera del Bottino e gli stabilimenti metallurgici dell’Argentiera presso l’abitato di Ruosina. La miniera e gli stabilimenti, dopo uno sfruttamento intensivo, iniziato già nel periodo etrusco-romano, proseguito poi sotto la signoria medicea nel secolo XVI secolo e culminato nei secoli XIX e XX, sono stati abbandonati ormai da oltre un quarto di secolo: essi costituiscono un notevole esempio di archeologia industriale e sono beni materiali del nostro patrimonio culturale che, se non recuperati e valorizzati, rischiano di scomparire per sempre.


 

 

Istituto Storico Lucchese – Sez. “Versilia Storica”
e-mail: versiliahistorica@gmail.com
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